Open Innovation è cooperazione

Open Innovation è cooperazione

Open Innovation e Cooperazione

Open Innovation è cooperazione

Sperimentare strumenti e percorsi di innovazione aperta nell’impresa cooperativa con il progetto CoopUP IN

Innovare oggi è un imperativo condiviso ma di non sempre facile applicazione.

Convivono negli stessi contesti storie di aziende pioniere della blue economy, imprese piattaforma che stanno costruendo i contorni dell’industria 4.0, strategie di specializzazione intelligente faro delle politiche europee e storie di (tante) imprese che arrancano per avere sistemi informatici integrati, un banale sito web, metodi anche semplici di controllo di gestione. Non è tanto una questione di dimensione aziendale, quanto di cultura, di metodo e di visione. Che fare?

Nel 2003 in America Henry Chesbrough coniava il termine “open innovation”, per evidenziare come le imprese, per creare valore e competere meglio sul mercato, non possano affidarsi solo a idee e risorse interne ma abbiano la necessità di ricorrere anche a strumenti e competenze che arrivano dall’esterno. Secondo una recente indagine di Accenture, hackaton, joint ventures, call for ideas, incubatori aziendali, acquisizione di startup, partnership con università e centri di ricerca saranno, nel prossimo futuro, i metodi più diffusi per fare innovazione, se gli imprenditori impareranno a collaborare.

Si tratta di processi delicati, basati sulla fiducia: non si cerca un consulente a cui affidare una commessa, ma un partner con cui costruire in sinergia un percorso che sia percepito come mutualmente utile. La sfida sta nel dimostrare che la collaborazione produce benefici più alti degli investimenti effettuati per attivarla e gestirla.

Cos’ha a che vedere tutto questo con le imprese cooperative?

Le cooperative non sono diverse dalle altre imprese nel bisogno di innovazione, lo possono essere però nel perché e nel come innovare. Se cooperare è un metodo distintivo della cooperazione, esiste un potenziale di “originalità cooperativa” nel portare avanti processi di open innovation? Che impatto può avere questo nelle strutture organizzative e nel disegno dei confini aziendali? La tecnologia è di per sé un fattore sufficiente ad abilitare processi di innovazione aperta nelle cooperative? Come valorizzare la relazione con i soci, gli utenti e le comunità di riferimento, già solida per statuto e valori, per trasformarla in potenziale di innovazione?

Da questi interrogativi nel 2016 nasce “CoopUP IN – cooperation as open innovation”, un progetto promosso da Confcooperative Emilia-Romagna con Irecoop, Aiccon e Social Seed con l’intento di costruire strumenti per attivare processi di open innovation, a partire dall’incontro organizzato tra cooperative affermate e attori innovativi del territorio, col fine ultimo di diffondere una cultura permanente dell’innovazione nella cooperazione.

Il progetto prevede:

  • Un’indagine online volta a mappare le strategie, il potenziale e il fabbisogno di innovazione ancora disatteso delle cooperative dell’Emilia-Romagna. Resterà aperta fino a fine settembre 2016: https://irecoop.typeform.com/to/CNBDu6
  • Un’azione di formazione e capacity building: 5 laboratori di 4 ore che attraverso metodologie di design dei servizi e co-progettazione permetteranno di simulare alcune sfide delle cooperative attraverso strumenti di open innovation. Programma: http://bit.ly/2ahdV2F
  • La sperimentazione concreta di alcune azioni di open innovation sulla base delle sfide delle cooperative selezionate dall’indagine (2017).

 

Vedere nell’open innovation un potenziale inesauribile per l’impresa cooperativa, vuol dire semplicemente trovare strumenti nuovi per aggiornare nel metodo ciò che per natura la cooperazione è già vocata a fare: tessere reti ampie, all’interno e all’esterno delle proprie compagini societarie, per prendersi cura di bisogni emergenti e redistribuire valore. Dove, per dirla con Venturi, la condivisione è un mezzo per dare valore alla relazione, dando sostanza a una moderna accezione di mutualità, che serve “non solo per mutualizzare i bisogni, ma anche le risorse, i talenti, il network, per valorizzarli”. E dove gli spazi CoopUP diventano luoghi, contenitori di senso per dar vita a nuovi business coesivi.

La scommessa vera di tutto il progetto è di fatto nei luoghi dell’innovazione, intesi come crocevia riconoscibili e riconosciuti di domanda e offerta di soluzioni innovative. Luoghi che hanno il ruolo di accendere connessioni altrimenti impensabili.

Con CoopUP In, infatti, non si tratta semplicemente di incrociare startup innovative con cooperative consolidate, ma di fare in modo che ogni attore di un territorio possa trovare nei CoopUP un contesto aperto dove cambiare di volta in volta ruolo: oggi trovare risposta a un bisogno, domani mettere a disposizione competenze. Senza affidarsi a modelli precostituiti o regole da manuale, ma avendo il coraggio di costruire man mano il campo da gioco adatto, dove tutti quelli interessati a produrre un impatto, non solo economico ma anche sociale, possano essere abilitati a giocare.

Per restare aggiornati e condividere spunti e riflessioni è possibile iscriversi al gruppo Facebook dedicato al progetto : http://bit.ly/2aHLSaU

Letizia Piangerelli
@letiziapian